Il Presidente della Repubblica Mattarella ha posto fine alla crisi politica italiana scaturita dalla caduta del secondo Governo Conte affidando il mandato di formare il nuovo Governo all’ex Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Anche se questo esito suggella lo stato disfunzionale della politica italiana, lo scenario che si delinea è sicuramente il più market-friendly possibile per l’Italia, sia dal punto di vista economico che dei mercati finanziari. Nel frattempo negli USA il Senato ha varato la risoluzione per il budget da 1,9 trilioni di dollari (9% del PIL) che aumenta la prospettiva che il maxi piano fiscale dell’Amministrazione Biden possa vedere la luce anche senza un accordo bipartisan.
Sul fronte macroeconomico, lo stallo dell’economia globale sembra posticipato al primo trimestre 2021, con i dati sul PIL del quarto trimestre 2020 risultati quasi ovunque migliori delle attese, non solo in Cina e negli USA ma anche in Europa. La debolezza dei dati pubblicati tra dicembre e gennaio dovrebbe vedere una ripresa in primavera, in particolare negli USA grazie al nuovo piano di stimoli.
Sul fronte pandemico, l’ondata di contagi invernali sta cominciando a recedere negli USA e in Europa con i nuovi casi quasi dimezzati dal picco di gennaio. Il miglioramento della situazione sanitaria sembra evidente e dovrebbe consolidarsi nelle prossime settimane con l’arrivo della stagionalità più favorevole della primavera e con la progressione della campagna vaccinale.
Sui mercati finanziari continua a dominare la fase di reflazione, con più del 50% degli asset rischiosi tra azioni, obbligazioni, valute e materie prime che registrano i nuovi massimi degli ultimi 12 mesi, che in molti casi coincidono con i massimi storici o pluriennali. Sul mercato obbligazionario l’ondata di reflazione ha spinto al rialzo i rendimenti del Treasury decennale USA che ha raggiunto quota 1,20% guidato dalle aspettative di inflazione, anche se il timone del movimento sembra ora passato all’Europa, dove il rialzo dei rendimenti del Bund tedesco e del Gilt UK ha ampiamente superato quello USA. Infine sul mercato valutario resta debole il Dollaro USA a fronte del continuo rally delle valute Emergenti e delle materie prime, con il prezzo del petrolio che ha raggiunto i massimi da oltre un anno, complice l’intensificarsi della crisi energetica e l’ondata storica di gelo che ha colpito gli USA.